La Fortezza Svevo-Angioina.

Atmosfere solenni circondano la mirabile fortezza del XIII secolo, costituita da poderose mura sovrastate dalle torri del Leone e della Leonessa. Essa è una struttura militare edificata in età federiciana e angioina.

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Il castello posto sulla sommità piana del colle Albano sul quale sorgeva l’acropoli della Lucera romana, posizione difesa per tre lati da ripide pareti a strapiombo, domina il Tavoliere di Capitanata.

Federico II fece edificare il suo Palatium negli anni ’20 del 1200 per controllare i Saraceni trasferiti forzatamente dalla Sicilia a Lucera, che ben presto si trasformò in una cittadella musulmana. La Fortezza, il cui perimetro esterno è ancora oggi visibile, venne invece edificata da Carlo I d’Angiò e completata nel 1283.

Ad oggi l’intera area è una vera miniera archeologica; è un sito antichissimo, nel quale sono visibili tracce di epoche diverse: capanne neolitiche, ruderi del periodo romano e di quello svevo, condotti idrici, resti dell’antico Palatium di Federico II, del Palazzo di Carlo d’Angiò e di una Chiesa ad una navata con sacrestia attigua, dedicata a San Francesco d’Assisi.

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L'Anfiteatro Romano.

Costruito in epoca romana, nel periodo augusteo del I secolo a.C., l’anfiteatro rappresenta una preziosa testimonianza dei fasti del passato, con i due magnifici portali in pietra e la scenografica scalinata di accesso all’arena.

L’anfiteatro è situato nella periferia est di Lucera e occupa una depressione naturale del terreno, con un’arena che misura 75,20×43,20 metri e una capienza di 17.000 spettatori. Per le sue notevoli dimensioni, risulta essere la più importante testimonianza romana di tutta la Puglia ed è fra i più antichi dell’Italia meridionale.

Il Museo Civico "G. Fiorelli".

Imperdibile una visita al Museo Civico Fiorelli, che custodisce i reperti archeologici più antichi della città. Nato nel 1905 come Antiquarium  municipale, per iniziativa di un gruppo di privati, il museo è intitolato all’archeologo napoletano di origine lucerina Giuseppe Fiorelli (1823-1896), senatore del Regno, primo organizzatore di scavi sistematici nell’area di Pompei e autore di numerose monografie dotte su varie tematiche. Come prima sede ebbe due sale del Palazzo Municipale, e solo nel 1936, fu trasferito nell’attuale sede del settecentesco palazzo Cavalli – De Nicastri.

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La raccolta consta di diverse sezioni che coprono le fasi più significative della storia della città, a partire dalle epoche più antiche della civiltà umana: Archeologia classicaArcheologia medievaleNumismaticaPinacotecaTradizioni locali e Arti minori. Ricca è la sezione epigrafica, riferita ad un arco di tempo che va dai primi secoli di Roma repubblicana al tardo Impero, fino all’epoca paleocristiana, completa di iscrizioni di carattere onorario e sepolcrale.

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La Basilica Cattedrale "S. Maria dell'Assunta".

La cattedrale, situata nel cuore del centro storico, l’elegante salotto in pietra della città, è un edificio di pregevole stile gotico, con influenze pugliesi e romaniche. Eretta nel XIV sec. per volere di Carlo D’Angiò, forse sulla demolita moschea saracena tra il 1302 ed il 1317, fu consacrata il 14 ottobre 1302.

La sua costruzione è attribuita all’architetto francese Pierre d’Angicourt. Nel corso del XVI-XVII secolo la cattedrale fu rinnovata secondo lo stile barocco con l’aggiunta di quattro cappelle laterali. Nel 1834 papa Gregorio XVI la dichiarò Basilica minore, e nel 1874 divenne Monumento Nazionale.

La facciata colpisce oltre che con il delicato contrasto cromatico tra la muratura e i dettagli dei decori, anche per l’inusuale asimmetria: stretta tra una torre campanaria quadrata e una torre ottagonale. All’interno della chiesa si può ammirare un Battistero del 1400 finemente decorato, la statua lignea della Vergine del XIV sec, la magnifica pala d’altare dei Caropresa e i diversi altari, in marmo policromo, del 1700. L’altare maggiore è stato ricavato da una lastra in pietra trovata tra i resti del vicino Castel Fiorentino e sembra che fosse la mensa di Federico II di Svevia.

È la principale chiesa della città e anche la cattedrale della diocesi di Lucera-Troia.

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Il Santuario di San Francesco Antonio Fasani.

La chiesa del 1300 è uno dei principali luoghi di culto cattolico a Lucera ed è situata in piazza Tribunali nel centro storico della città.

A cavallo fra il ‘600 e il ‘700, la chiesa fu al centro della vita del frate Francesco Antonio Fasani, primo santo della Capitanata. Nato il 6 agosto 1681, fu gran predicatore e innamorato della Vergine Immacolata. Amante dei poveri e dei sofferenti, dai lucerini veniva chiamato familiarmente Padre Maestro. Istituì una mensa per i poveri, chiedendo frequentemente offerte alle famiglie nobili del tempo: Zunica, de Nicastri, Ramamondi e Lombardi. Fece realizzare da Giacomo Colombo una statua della Vergine Immacolata e una di san Francesco, che ancora oggi sono conversate nella chiesa.

La facciata della chiesa presenta un prospetto a capanna di tradizione romanica, adornato da un portale gotico su cui spicca in alto lo stemma angioino. Il tutto è sormontato da un rosone a sedici raggi.

Nel 2001 è stata dichiarata “Santuario diocesano di San Francesco Antonio Fasani”, dove ogni anno migliaia di devoti si recano ai piedi dell’altare ad onorare il corpo del Padre Maestro. Nel 2008 il Santuario è stato dichiarato “Monumento Testimone di una Cultura di Pace” e l’11 maggio 2012 è stato elevato alla dignità di Basilica minore.

La Chiesa di San Domenico.

Chiesa angioina in origine in stile gotico, venne radicalmente modificata nel Settecento in un sontuoso stile barocco. A quel periodo risale la facciata a scacchiera. Alla destra della facciata è possibile ammirare la settecentesca Cappella del Rosario.

La Cupola della Chiesa di Sant'Antonio Abate.

La chiesa del XIV sec. eretta da Roberto d’Angiò ed affidata all’ordine dei Cavalieri Teutonici, reca ancora la singolare cupola ricoperta di maioliche colorate risalente al periodo saraceno della città. Probabilmente, la cupola è una riminiscenza di un preesistente harem.

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Il Museo Diocesano.

Il museo è ubicato all’interno del settecentesco palazzo Vescovile in piazza Duomo ed è curato dall’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi Lucera-Troia con l’ausilio dell’associazione culturale Terzo Millennio, che assicura l’apertura e la visita guidata della struttura.

Tra i cimeli e le reliquie raccolti nei diversi ambienti della collezione museale, spicca gran parte del Tesoro dell’Archivio Capitolare: un reliquiario a forma di pisside del XIII secolo, cimelio che si vuole appartenesse alla distrutta cattedrale di Fiorentino, un dittico (coperta di evangelario) in lamine d’argento dorato del XIV secolo, annoverato tra le opere più rare dell’antica oreficeria della città di Sulmona; il mantello di lana del francescano san Francesco Antonio Fasani (secolo XVII-XVIII) e il camice di lino con ricami, la stola e il cappello del Beato Agostino Kazotic (secolo XIV).

Fra le sculture, interessante una statua in pietra colorata raffigurante la Madonna del Melograno (secolo XIV) e un trittico proveniente da un cenotafio smembrato, con al centro una lastra raffigurante la Madonna delle Stelle (secolo XIV). Tra i paramenti sacri si conservano vesti liturgiche e mitrie dei secoli XVIII-XX. Imponente è la collezione di reliquie, paramenti, arredi e oggetti sacri.

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Il Teatro Civico Garibaldi.

La finissima volta affrescata in stile neoclassico conferisce al Teatro Garibaldi il pregio dei teatri più importanti. Progettato dall’architetto Oberty, fu costruito nel 1837 ed originariamente intitolato a Maria Teresa Isabella di Borbone con il nome “Real Teatro Maria Teresa Isabella”.

Nel 1903 fu ampliato dall’ingegnere Angelo Messeni, che realizzò anche il teatro Petruzzelli di Bari. Inaugurato nel 1908, il Garibaldi conobbe un periodo di grande fervore artistico. Dopo anni di abbandono fu riconsegnato alla città nel 2005. Attualmente il teatro garantisce tutto l’anno una programmazione di qualità.