V convegno nazionale Rete Bambole Quaresima
La ridente città di Lucera (FG) ha ospitato una tre giorni dedicata al tema folkloristico e della tradizione sulle “Bambole Quaresima”. Queste, a seconda dei vari paesi o regioni, assumono diversi nomi: “quarantane” in Puglia; “quaremme” a Montescaglioso; “corajisima” in Calabria; “quaravesime” in Campania; “kreshmza” per le comunità arbëreshe di San Costantino Albanese. Il convegno in data 29/30/31 marzo, si è tenuto presso la sublime cornice del Circolo Unione, Piazza Duomo. Nella giornata centrale, con l’ausilio di proiezioni di foto e video, le varie delegazioni partecipanti: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Molise, si sono alternate portando ognuna la propria testimonianza circa la tradizione con il fine di “costruire insieme l’Italia delle Bambole Quaresima”. Ma il convegno ha raggiunto poi un’importanza internazionale grazie alla mirabile presenza del Prof. Mikhail Kadatov di Rostov sul Don in Russia che ha descritto la tradizione armena. Il Convegno sullo studio e approfondimento dell’antica tradizione popolare legato alla Quaresima, inserito in una tre giorni di appuntamenti, mostre e iniziative dedicate agli ospiti delle varie regioni che hanno avuto modo anche di apprezzare il patrimonio culturale, storico e paesaggistico del nostro territorio, si è concluso in una gioiosa atmosfera tra canti e balli di tradizioni popolari della città a cura dell’Associazione Ethnos di Raffaella Spirito con l’ilarità del cantastorie Andrea Bressi e della Compagnia Tradizioni Teatine di Chieti.
Nello specifico della tradizione della città ospitante la “Quarantana” è una vecchia pupazza di cenci neri con in testa un fazzoletto annodato al collo a rappresentare la magra e luttuosa Quaresima o la vedova del defunto Carnevale. Normalmente penzolava da un filo teso tra due balconi, lungo le strade del centro storico; al di sotto della gonna si inseriva un’arancia (in dialetto lucerino ‘u purtuall) nella quale si infilzavano 7 penne: sei nere, tante quante sono le domeniche di penitenza, e una penna bianca. Il nome fa chiaro riferimento ai quaranta giorni del periodo quaresimale. Per ogni domenica di Quaresima si strappava via una penna nera, finché non restava la penna bianca riservata alla domenica della Resurrezione. Unione di elementi pagani e cristiani, quindi, la Quarantana rappresentava una sorta di calendario per la gente del popolo che, a seconda del numero delle penne ancora piantate nell’arancia, poteva tenere il conto dei giorni che mancano alla Pasqua. La pupazza così spennata, con l’arancia nel frattempo marcita veniva data ai ragazzi che la trascinavano festosamente per le strade per poi bruciarla.
Riscoprire questa antica tradizione popolare di Lucera ha il significato di riappropriarsi di un passato non troppo lontano e di farlo rivivere non solo nella memoria dei nostri padri ma anche per rivitalizzare il meraviglioso centro storico della città come luogo privilegiato di rappresentazione della memoria storica.
Un ringraziamento doveroso al CIF (Centro femminile italiano)nella persona di Luigia Cirsone, delegata regionale della Rete Nazionale Bambole Quaresima della Puglia, per aver fortemente voluto questa manifestazione tanto da renderla possibile e non senza successo. Lieti, perciò, della così numerosa e partecipata presenza ci auspichiamo un ritorno delle varie delegazioni ed un allargamento ad altre perché “non conosci una tradizione, se non la vedi in relazione alle altre.” (John Roger Searle)